22 gennaio 2007

Caparezza

Questa sera sono stato al concerto di Caparezza, ero da solo, in mezzo a tanti ragazzini che saltavano e cantavano felici.
Ero fuori età, ma avevo voglia di saltare e cantare anch’io… l’ho fatto, piede permettendo.
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Poi sono tornato a casa a piedi, guardando il mondo che mi passava intorno, sentendomi fuori posto, erano tutti in compagnia, in gruppo, tutti vocianti.
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Solito salto alla libreria notturna, ma questa volta non ho comprato nulla, avevo voglia di scrivere canzoni… e così camminando ho provato a… comporre a mente.
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Per strada birretta e a casa mi sono fatto una canna… in tre giorni avrò dormito otto ore… eppure ho il cervello creativo come non mai…
Ho scritto un po’ e riletto appunti vecchi, ho trovato un brano che ho scritto in ospedale il 18 giugno del 2005, lo pubblico.
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"Che fortuna avere due braccia e due gambe che si muovono seguendo i comandi consapevoli del nostro cervello.
In ospedale sguardi dispersi nel vuoto, arti penzolanti, come morti, da un corpo che si trascina in vita
Godere e conservare quel che si ha finché lo si ha. Lamentarsi poco, domani potresti diventare un corpo che può essere mosso soltanto con l’aiuto degli altri.
Padre che dormi con gli occhi chiusi che cosa sogni?
Vuoi ancora qualcosa da questa vita o sogni di proseguire questo sonno in quello che chiamiamo “sonno eterno”?..."
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P.S.: grande Caparezza!!! Questo è l'indirizzo del suo sito web
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