24 maggio 2007

Separazione

.
Ecco come la nostra società organizza un funerale a 20 anni di vita coniugale: una firma davanti ad un giudice dopo aver letto gli “accordi”.

Eppure il mio cuore non si adatta a queste regole. Soffro, sto male, poi mi decido e ti guardo.

Sono stato con te 20 anni della mia vita ed a 36 anni praticamente è tutta la vita adulta.

Tu sei li, sembri una statua, fredda, gelida, sicura… forse semplicemente sei sempre stata più avanti di me, chi portava i pantaloni in fondi eri tu…

Sei sempre una donna bellissima… può essere che io per tutti questi anni sia stato “innamorato” solamente di questo?

Oramai sono troppo stanco, scaccio tutte le domande che mi si vomitano nel cervello, sento senza ascoltare quello che dice il giudice… annuisco col capo, come a voler accelerare la sentenza.

“Da oggi siete legalmente separati”. Evviva.

Cosa si fa? Si festeggia? Si piange? Si scherza?

Io vi saluto tutti e me ne vado cercando di camminare più in fretta che posso senza correre.

Cosa faccio io? Io piango sotto gli occhiali da sole… vorrei un abbraccio dall’unica persona che non può darmelo e che me ne ha dati pochi in vita… mio padre… piango e cammino ed ogni bar diventa una scusa per un aperitivo o per una birra.

Sono sempre il solito “bambino” immaturo.

Adesso è davvero finita… rimane un figlio, un figlio che balla ed una vita passata a volerti bene.

Rimangono queste righe scritte con le lacrime, un po’ ubriaco, forse tanto, rimane un dolore che vorrei sapere se un giorno potrà smettere di fare male.

Vorrei un amico qui vicino a me… invece sono solo e le lacrime mischiate al dolore fanno troppo male.

Ho camminato sotto la pioggia sperando che l’acqua mi pulisse di tutto, ma non è bastato.

Sono sempre e solo un piccolo uomo che lotta per vivere.


.

Nessun commento: