Fino a 35 anni la mia vita è stata fatta di scelte non fatte. .
A 19 anni mi sono sposato (ero innamorato) perché io e la mia compagna aspettavamo un figlio.
.
Ho trovato un lavoro, il primo che è saltato fuori, perché dovevo vivere e garantire stabilità economica alla mia famiglia, ma l’ho trovato sempre grazie all’aiuto di altre persone.
.
Ho trovato casa, più d’una, con l’aiuto di suoceri e genitori, senza mai sceglierla.
.
Ho smesso di studiare perché dovevo lavorare, ma senza averlo veramente deciso.
.
Mi sono trovato a 35 anni solo, non credo di averlo scelto io.
.
Ora a 36 anni ho iniziato a fare delle scelte e ho scoperto che scegliere vuol dire fare soffrire o dare fastidio agli altri.
.
Sono stufo di vedere persone con le lacrime agli occhi per colpa mia o persone arrabbiate con me.
.
Ho deciso di cambiare società sportiva, “tradendo” i vecchi compagni di allenamento e gara, ma per strani motivi anche questa scelta si è rilevata sbagliata.
.
Ho aperto un blog, sperando di condividere pensieri, ideali, storie, sofferenza con altre persone, ma forse ho tradito anche questi valori, forse non sta andando nella direzione che avevo in testa.
.
Ho deciso che non correrò più, mi è stato chiesto recentemente se per me è importante correre. Si lo è, da dieci anni a questa parte lo è stato: per sfogarmi, per rilassarmi, per pensare, per sentirmi vivo. Ma voglio correre sereno e la situazione della mia nuova squadra non me lo garantisce.
.
Ora sto pensando di chiudere anche il blog.
Non so se ha più senso portarlo avanti, se non sia meglio chiuderlo qui.
.
Quello che ho realizzato è che basta un gesto, un comportamento sbagliato o no, volontariamente o involontariamente e tutto quello che hai fatto con amore, con passione, credendoci veramente, non vale più niente.
.